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Bruce Lee jeet kune do

Le tre fasi di Bruce Lee

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Bruce Lee, da sempre appassionato di arti marziali, inizia ad allenarsi all’età di tredici anni per poter imparare a combattere. Apprende le basi di tàijì dal padre ma, non essendo affascinato dai movimenti lenti e non volendo passare troppo tempo con il padre, comincia a studiare wing chun con il gran maestro Yip Man e ne impara i princìpi più profondi. Contemporaneamente si dedica anche ad altre arti marziali e sport da combattimento come boxe, kickboxe, ju jitsu e wrestling.

Attraverso l’esercizio del chi sau con il maestro Yip Man, comprende le radici profonde del combattimento e dello scambio di energie yin e yang. Sviluppa quindi la fluidità e i riflessi necessari per percepire i cambiamenti di equilibrio e delle forze dell’avversario, riuscendo a capire in anticipo i successivi attacchi e quindi contrattaccare in modo istintivo.

Progredisce talmente in fretta da essere in grado di sconfiggere anche gli allievi più avanzati di Yip Man. A seguito di minacce da parte di altri studenti al maestro dovute alla sua presenza, Bruce abbandona il percorso per non causargli problemi. Inizia quindi ad allenarsi nel wing chun con Wong Sheun Leung, allievo avanzato di Yip Man, e nel weekend si allena con William Cheung per prepararsi al campionato di boxe.

Le risse in strada però continuano, così la madre lo convince a trasferirsi negli USA per evitare guai. Prima di partire però prende lezioni da Zio Hon Sang su alcuni stili di kung fu del nord per ampliare le sue conoscenze.

Prima fase: no classical kung fu o wing chun modificato, Seattle

Trasferitosi a Seattle, inizia uno studio indipendente e del tutto personale delle arti marziali, modifica le posizioni base del wing chun e inserisce nuove tecniche. In questo periodo inizia a prendere forma il no classical kung fu, detto anche wing chun modificato.

Durante la permanenza a Seattle, a Bruce Lee viene chiesto di svolgere una dimostrazione di kung fu durante il Giorno per la Cultura Asiatica: un’occasione che darà una svolta importante al suo futuro. Accetta e, durante la dimostrazione, inizia a parlare di strane forme e movimenti segreti, ottenendo come risultato il disinteresse del pubblico. Decide quindi di invitare James DeMile, peso massimo di pugilato dell’aeronautica Militare USA, sul ring a combattere.

La bravura senza precedenti di Bruce Lee, la velocità, la potenza e i movimenti e la clamorosa sconfitta di DeMile incuriosiscono e attirano completamente l’attenzione del pubblico, tra cui quella di Jesse Glover, Taky Kimura e Doug Palmer. Dopo questo evento, diversi combattenti chiedono a Bruce di diventare suoi allievi per poter imparare la sua misteriosa arte marziale.

Nel 1963 quindi apre ufficialmente il Jun Fan Kung Fu Institute per insegnare l’arte marziale da lui inventata, il jun fan kung fu. Questa nuova arte marziale ha origine dall’evoluzione del no classical kung fu, dall’interiorizzazione dei principi di wing chun e dalla fusione delle varie tecniche acquisite da altre arti marziali, come il kung fu, unite a sport da combattimento come il pugilato, la thai boxe, la scherma e il ju jitsu.

Bruce Lee non insegna mai subito le nuove tecniche ma ne testa personalmente l’efficacia nel tempo e le uniforma ai princìpi del wing chun, rendendo questa fusione omogenea.

Gli allievi diretti che hanno insegnato il no classical kung fu in questa prima fase sono Jesse Glover e Taky Kimura.

Seconda fase: Jun Fan kung Fu, Oakland

Nel 193 Bruce Lee si trasferisce a Oakland e l’anno successivo apre la seconda sede del Jun Fan Kung Fu Institute. Durante questo periodo, grazie alla collaborazione con James Lee, Bruce inizia una vera e propria rivoluzione della sua arte marziale. Costruisce molti attrezzi innovativi e unici per allenarsi e modifica quelli esistenti adattandoli alle sue esigenze.

Continua a dare lezioni e a combattere ma si rende conto che il jun fan kung fu che insegnava a Seattle va bene per combattere contro i piccoli cinesi ma non è più pienamente efficace durante gli incontri con avversari dalla corporatura imponente presenti in California. Quindi inizia a modificare il jun fan kung fu per renderlo efficace contro tutti i possibili avversari.

Durante questa fase Bruce Lee si rende conto che lo stato d’animo con cui si allena è importante tanto quanto l’esercizio fisico e il corpo e lo spirito sono inseparabili. Comprende l’importanza dell’energia universale e scopre che può essere avvertita solo eliminando le tensioni dallo spirito e dal corpo attraverso la meditazione statica e dinamica, facendo scorrere lo spirito attraverso gli insegnamenti delle varie arti marziali, filosofie e religioni. Proprio grazie a questo lavoro su se stesso riesce ad avere piena consapevolezza e diventa invincibile.

Gli allievi diretti di Bruce Lee che hanno insegnato il Jun Fan kung Fu in questa seconda fase sono James Lee e Gary Dill.

Terza fase: jeet kune do, Los Angeles

Nel 1967 si trasferisce a Los Angeles, apre la terza sede del Jun Fan Kung Fu Institute e, dopo aver interiorizzato e applicato tutti gli studi e gli allenamenti costanti, ufficializza la sua nuova e ultima arte marziale, il jeet kune do.

Per Bruce Lee le arti marziali classiche sono restrittive, lontane dalla vita reale e non bisogna mai seguire un percorso inflessibile perché ogni singolo allievo deve prendere e comprendere le proprie responsabilità. Proprio per questo inizia a insegnare il jeet kune do, traendo ispirazione anche dagli insegnamenti di Krishnamurti. Un’iscrizione nella sua scuola recita “non devi rifiutare l’approccio classico come una semplice reazione, o avrai creato un altro schema nel quale ti troverai intrappolato”.

Il jeet kune do va oltre gli stili perché essi sono limitanti, il jkd invece è un approccio, una filosofia e una via che sintetizza togliendo il superfluo e mirando alla semplicità. Bruce Lee infatti preferisce insegnare a studenti che praticano già arti marziali perché coloro che non hanno mai praticato devono imparare le forme e, appena comprese, devono uscire dai limiti imposti per trovare la vera essenza del jeet kune do. Deve rispecchiare la natura del Dao, essere un mezzo da utilizzare, un pensiero inafferrabile e al di fuori del sistema.

Gli allievi diretti di Bruce Lee che hanno insegnato il jeet kune do in quest’ultima fase sono Ted Wong, Bob Bremer, Dan Inosanto, Dan Lee, Tim Tackett e Jerry Poteet.

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