Bruce Lee e il JKD

Il Jeet Kune Do, abbreviato in JKD, è un’arte marziale non tradizionale fondata da Bruce Lee. Basato su ricerche e studi scientifici e filosofici, Jeet Kune Do significa “la via del pugno che intercetta“.

Bruce Lee nasce il 27 novembre 1940 a San Francisco ma cresce ad Hong Kong, città di origine della sua famiglia. Da bambino si appassiona alle arti marziali e inizia imparando le basi del tai chi dal padre.
A 13 anni inizia a studiare wing chun con il Grandmaster Yip Man. Sotto la sua guida, Bruce Lee conosce anche altre arti marziali come il hung gar, il praying mantis e scopre il pensiero taoista e la filosofia di Buddha, Confucio, Lao Tzu e di altri antichi maestri.

Durante l’adolescenza spesso si fa coinvolgere in risse o sfide tra scuole di arti marziali. Dopo l’ennesima lite nel 1959, all’età di 18 anni, Bruce Lee si trasferisce a Seattle. Inizia a lavorare e, nel frattempo, si iscrive al corso di laurea in Filosofia alla Washington University. Come ad Hong Kong, anche qui si fa coinvolgere in risse. Ed è proprio durante queste che si rende conto dei limiti del wing chun per la difesa personale.

 

Bruce Lee e le arti marziali

La sua grande passione per le arti marziali lo spinge a svolgere lezioni di kung fu in un garage, dove Linda Lee, sua futura moglie, segue la prima lezione. Questa disciplina, conosciuta all’epoca solo dalle comunità cinesi, attira molti ragazzi, tra cui Taky Kimura, Joe Cowles, Doug Palmer e James Lee. Decide quindi di aprire la sua prima scuola ufficiale per diffondere il kung fu in America: il Jun Fan Kung Fu Institute, presso l’University Way di Washington. 

Bruce Lee successivamente si trasferisce a Oakland con la moglie e apre la seconda sede del Jun Fan Kung Fu Institute. In questo periodo approfondisce lo studi di altre arti legate al combattimento, come il pugilato e la scherma, ampliando e cambiando la sua visione delle arti marziali. Inizia così a prendere forma quello che successivamente si chiamerà jeet kune do.

Durante i campionati internazionali di karate del 1964, Bruce Lee cattura l’attenzione di diversi produttori cinematografici. Conosce il produttore televisivo Bill Dozier, il quale lo introduce nel modo del cinema nella serie televisiva The green hornet. Negli anni seguenti sarà protagonista di molti film di successo.

L’anno successivo si trasferisce a Los Angeles, apre la terza sede del Jun Fan Kung Fu Institute e conia ufficialmente il termine jeet kune do. Alcuni suoi studenti sono Ted Wong, Dan Lee, Bob Bremer, Jerry Poteet, Pete Jacobs, Richard Bustillo, Larry Hartsell, Herb Jackson, Steve Golden, Bill Bremer, Jim Sewell e Tim Takett.

Bruce Lee allena anche molti campioni, tra i quali Joe Lewis, Mike Stone, Chuck Norris e Louis Delgado e alcune celebrità del cinema come Joe Hyams, Stirling Siliphant, Kareem Abdul Jabbar e Steve McQueen.

L’allenamento di Lee è diverso da tutti quelli praticati in altre arti marziali. Prevede infatti il fitness, la forza e la resistenza muscolare e cardiovascolare e, soprattutto, la flessibilità e alcune tecniche di culturismo. Per allenarsi progetta e crea anche delle attrezzature specifiche. Oltre agli allenamenti, non smette mai di valorizzare l’importanza della preparazione mentale e spirituale per poter ottenere ottimi risultati nella pratica e nell’allenamento.

 

La fase finale

Nel 1970 Bruce Lee si trasferisce in Cina per intraprendere la carriera cinematografica e chiede ai suoi referenti di selezionare gli studenti affinché le classi non superassero i 12 allievi. L’insegnamento fedele del jeet kune do però avviene solo nella sede di Los Angeles e solo in parte in quella di Oakland. A Seattle e a Oakland praticano il jun fan kung ku, cioè il kung fu modificato da lui stesso.

Bruce Lee scompare il 20 luglio 1973. La versione ufficiale attribuisce la sua morte alla reazione allergica ad un farmaco assunto per l’emicrania. Alcuni invece sostengono che sia stato ucciso da maestri contrari alla diffusione del kung fu in Occidente, altri che sia stato ucciso da produttori cinematografici mafiosi con cui lui si rifiutò di lavorare.

Seguici sui social

Ente di Riferimento Nazionale